Nei pressi del presbiterio si ergono due eleganti pulpiti in marmo risalenti al 1745-1757. Il rivestimento dei nuovi pulpiti, che Filippo Alessandri sapientemente disegna, è completato da una colonna in marmo verde antico, dono della Misericordia Maggiore nel 1746.
Una diligente decorazione qualifica i due pulpiti in tutta la loro finezza: gli angeli in cielo nei baldacchini pensili dipinti da Giambettino Cignaroli (1749) e le formelle bronzee dorate ad opera di Antonio Arrighi. Queste ultime del pulpito di sinistra alternano quattro statuette dei profeti maggiori due colonnine composite, a quattro storie del Vecchio Testamento: “Giona, Daniele, Balaam, Giobbe”.
Il crocifisso in bronzo dorato invece (forse anche questo dell’Arrighi) è ora disposto nelle sagrestie. Nel pulpito di sinistra le storie sono neotestamentarie: nelle nicchie i quattro Evangelisti con i relativi simboli, “San Matteo, San Giovanni, San Luca, San Marco” e nei pannelli quattro scene sottotitolate, “Emmaus, Tentazioni di Gesù, la Samaritana, il centurione Cornelio”. Il resto della decorazione è composta da ulteriori contributi plastici: puttini sulla ringhiera scolpiti da Giovanni Sanz (purtroppo trafugati) e cherubini bronzei sui puntelli di sostegno.
Il pulpito mobile, concepito per la catechesi, lo troviamo nella zona del transetto ed è prodotto di Carlo Caligari databile al 1618. Intagliato in legno di noce massiccio presenta una decorazione con i quattro simboli dell’Apocalisse a tutto tondo a sostegno della Cattedrale e rilievi con scene evangeliche.