Si conservano ancora oggi 9 urne contenenti reliquie di santi concittadini di Bergamo (collocate nella Cappella del Beato Giovanni XXIII). Due teche sono destinate ad accogliere S. Alessandro; sei rispettivamente per i Santi Narno, Viatore, Giovanni Vescovo, Esteria, Proiettizio e Giacomo e una che conserva dei frammenti.
Le due urne appartenenti a Sant’Alessandro sono d’argento; quelle dei santi concittadini sono in legno nero e guarnizioni d’argento. Nel 1701-1704 l’urna di Sant’Alessandro viene sostituita con una nuova (oggi collocata sotto l’altare dirimpetto all’assemblea), ad opera dell’orefice Pietro Roberti. Il cofanetto, nel seguire uno stile baroccheggiante, è riccamente decorato in lamina d’argento sbalzato. Al suo apice è inserita la piccola scultura di Sant’Alessandro, mentre sui lati maggiori vi è l’iscrizione con dedica al Santo. Nel 1909 si rende necessario dare visibilità alle reliquie per la devozione. Ne consegue un altro cambiamento per le urne di San Narno e di San Viatore, le quali vengono aperte su tre lati, tramite l’inserimento di cristalli. Nello stesso anno anche quelle di Sant’Alessandro seguono la stessa modifica. Allo scrigno coperto di Pietro Roberti, si affianca una nuova urna trasparente dalla quale si possono meglio venerare le reliquie del nostro Patrono. La prima esposizione risale al 1910 in occasione del Sinodo Diocesano. L’urna presenta una forma molto simile ad una corona realizzata completamente in argento dorato e cristalli. Intorno ad essa, nella parte inferiore sono incastonati smalti e stemmi di casate committenti dell’opera: Radini, Agliardi, altre famiglie nobili della città, senza dimenticare il contributo del Comune e del Seminario di Bergamo.