L’opera è firmata e datata da un’iscrizione incisa sotto il gradino della base che cita l’esecuzione di Giuseppe Filiberti orafo fonditore di Brescia, nel 1752, in collaborazione con Antonio Caligari. Il materiale utilizzato è lamina d’argento dorata, sbalzata, rifinita a cesello e bulino con figure a getto e pietre colorate. Le figure che lo compongono presentano, in una base ovoidale con corpo bombato, quattro volute che salgono a formare l’attacco del fusto con nodi a corolla. Quattro cherubini a tutto tondo fiancheggiano la base e due sostengono la teca di cristallo che contiene la lunetta porta-ostia in argento dorato e gemme. In alto, altri due angeli reggono una corona sormontata da una crocetta formata da pietre concluse da uno splendido topazio. Il disegno generale esprime tutta la sua dinamicità, accentuando attraverso un deciso verticalismo e un forte gusto cromatico, la luminosità delle molteplici pietre preziose che vi sono incastonate.