1. Con la costruzione dell’imponente altare di Juvarra, la pala dei “Santi Fermo, Rustico e Procolo” di Sebastiano Ricci trova nuova collocazione sopra la balconata nella parte destra della cappella. La circoscrive un’elegante cornice in stucco. La scena gode, attraverso il tocco delicato del colore, di una intensa capacità inventiva resa dall’armonia della composizione tipica dello spirito rococò. Questo dipinto è testimonianza nodale per meglio comprendere il percorso stilistico del Ricci. L’utilizzo della luce che amalgama tra loro le figure, rivela un’attenta riflessione del Ricci sulla lezione di Paolo Veronese.
2. Il tema dei Santi concittadini di Bergamo prosegue con l’opera che sta dirimpetto a quella sopra citata: i “Santi Fermo e Rustico visitati in carcere da San Procolo Vescovo di Verona”. Dipinta da Giambettino Cignaroli nel 1744 artista attivo tra Verona e Venezia, dove ha modo di studiare la maniera di Tiziano, Paolo Veronese e Palma il Vecchio.
3. Grazie alla documentazione redatta dal Capitolo nel 1745, siamo a conoscenza che a questa data è già presente in Cattedrale la tela raffigurante la “Presentazione al Tempio” del veronese Pietro Rotari. La scena si svolge in un cielo aperto, mentre sul lato sinistro campeggia l’architettura del tempio; al centro Maria che presenta il Bambino al Sacerdote Simeone. Rotari, noto come ritrattista e pittore di soggetti sacri, nonché incisore, mostra una conoscenza delle maniere del Piazzetta e della Scuola Napoletana.
4. Lo stesso documento del 1745 allude ad una seconda tela raffigurante la “Deposizione di Gesù dalla Croce” di Matteo Brida. La figura del Cristo rappresentato con un’accentuata torsione del busto e del collo, domina solennemente la composizione mentre è contornato da una serie di personaggi sullo sfondo di un paesaggio solenne.
5. Sopra le porte laterali del transetto Francesco Polazzo dipinge nel frattempo due grandi tele.
La prima è quella del “Transito di San Giuseppe”, opera molto apprezzata per l’orchestrazione dei colori, oltre alla struttura dell’ordinamento nel quale si posizionano scenograficamente i personaggi. Francesco Polazzo è ricordato dalla letteratura artistica locale soprattutto per i forti richiami al Piazzetta. Tracce evidenti si riscontrano in particolar modo nei toni bruni e negli effetti chiaroscurali.
6. La seconda tela di Francesco Polazzo, a conclusione dell’intero percorso, è la “Morte di San Francesco Saverio” che riecheggia ancora per lo schema del disegno, il colore e l’impianto stilistico trame riccesche e crespiane.